Blog

  • La rue St Laurent à Grenoble dans les années 1950-1960

    La Rue St Laurent à Grenoble dans les années 1950-1960 d'après un croquis de Dominique D'Introno.

    Rue St Laurent Grenoble 1950 1960b

  • Yonkers, New York: the Caffé Puglie, Leslie Salvagione Edwards

    Many immigrants from Corato settled in Yonkers, New York in the Nodine Hill and Park Hill neighborhoods....

    Caffe Pugliecaffe-puglie-lse.pdf

  • Témoignage de Dominique D'INTRONO

    A MES ENFANTS ET PETITS ENFANTS
    Pour qu’ils sachent qui nous sommes, d’où nous venons et ce qu’il a fallu faire.


    DOMINIQUE D'INTRONO

    Lire la suite

  • Marina Labartino : Sinossi: Gli studi sul "cambiamento" nell'analisi dei processi di acculturazione

    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI GUGLIELMO MARCONI
    FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
    CORSO DI LAUREA
    IN
    SCIENZE DELLA FORMAZIONE E DELL’EDUCAZIONE
    T E S I
    GLI STUDI SUL "CAMBIAMENTO"
    NELL’ANALISI DEI PROCESSI DI ACCULTURAZIONE


    Relatore Candidato
    Prof. Mauro Pacetti Maria Labartino
    Matr. SFO 01027/L19
    ANNO ACCADEMICO
    2011 – 2012


    L’impatto con Sociologia Generale è stato per la mia persona un vero e proprio “amore
    a prima vista”. Apprendere che diversi studiosi (a partire dalla seconda metà dell’800) si sono
    distaccati dal pensiero filosofico dell’antica Grecia per affrontare studi specifici e scientifici
    sui fenomeni moderni che hanno provocato un cambiamento della società umana ed hanno
    indagato effetti e cause in rapporto con l’individuo ed i gruppi sociali, è stata una rivelazione,
    utile non solo ad arricchire la mia cultura personale, ma soprattutto vantaggiosa per praticare
    al meglio la mia attività professionale.
    Il ruolo del giornalista che personalmente rivesto, è infatti quello di osservare in modo
    obiettivo, critico e costruttivo quanto avviene nella società attuale, evidenziarne le
    trasformazioni e poi diffondere le informazioni raccolte in modo che ciascun lettore possa
    giungere ad una opinione quanto più personale possibile, scevra da qualunque
    indottrinamento.
    Anche con il titolo di tesi è accaduta la stessa cosa: non appena mi è stato proposto ho
    già immaginato come avrei potuto svolgere la traccia in modo personalizzato: iniziare da
    un’analisi generale sul significato di acculturazione e sull’evoluzione della cultura e delle
    diversità culturali attraverso il pensiero di vari autori, per poi affrontare il tema
    dell’emigrazione internazionale, nazionale e locale entrando nello specifico di ciò che
    riguarda il processo di acculturazione nei vari ambiti.
    La storia dell’umanità è infatti storia di migrazioni che si ripetono e si rinnovano nel tempo,
    invertendo rotte e destini. Paesi un tempo di emigrazione, sono oggi mèta ambita di nuovi
    migranti alla ricerca di un mondo e di un avvenire migliori.
    L’altro ieri erano i “macaroni” che andavano all’estero, ieri i “terroni” diretti verso le regioni
    del nord Italia, oggi i “vu cumprà” che giungono in Italia dal nord Africa. Domani? Non lo
    sappiamo.
    Storie che riecheggiano degli stessi bisogni, ansie, paure, sogni. L’esperienza migratoria
    comporta la rivisitazione della propria identità non solo per i viaggiatori ma anche per le
    popolazioni locali, chiamate a confrontarsi con persone di cultura, costumi, stili di vita, modi
    di pensare, pratiche religiose differenti.
    La parte riguardante lo sviluppo dell’acculturazione circoscritta alla mia città di
    residenza è quella che più mi ha entusiasmato, poiché mi ha consentito di raccontare un
    percorso che mi coinvolge in prima persona: figlia di emigranti dalla Puglia in Piemonte, a
    mia volta, con la famiglia, emigrante di ritorno dal Piemonte in Puglia. La storia si ripete con
    la mia figlia minore: prima come studentessa fuori sede (due anni a Milano ed un anno in
    Erasmus a Murcia – Spagna), ora come cittadina comasca per lavoro.
    L’acculturazione per la mia famiglia è l’effetto della commistione di gioie e dolori, del
    bisogno di sostentamento ma anche della voglia di scoprire cosa ci potesse essere “oltre la
    siepe” spinosa dei rovi arrampicati sui “parieti” che attraversano la Murgia; il mantenimento
    dei legami con la propria cultura d’origine da un lato e la creazione di legami con la cultura
    d’accoglienza dall’altro, con la quale poter condividere orgogliosamente e generosamente il
    patrimonio di valori e conoscenze custodito nella mente e nelle gesta del susseguirsi di tante
    generazioni.
    Il presente lavoro si è mosso quindi nella prospettiva di dimostrare che solo la
    conoscenza rappresenta il miglior antidoto verso atteggiamenti di intolleranza e può
    promuovere un’educazione alla mondialità e all’intercultura.
    Quindi dopo aver raccolto il materiale per me più adatto a rappresentare il significato
    di acculturazione, la storia e le cause dell’emigrazione, le reazioni dei gruppi sociali, il
    processo di acculturazione nella storia delle nazioni, le difficoltà interculturali tra stranieri e
    italiani, ho fatto una cernita notevole circa quello che meglio avesse potuto descrivere il
    processo di acculturazione legato agli abitanti della mia città di residenza, non solo
    riguardante i tanti coratini sparsi nel mondo ma anche soffermandomi sul processo di
    integrazione degli stranieri approdati a Corato.
    La tesi si sviluppa quindi in otto capitoli.
    Nel primo capitolo – Acculturazione, Cultura e Cambiamento sociale - si parte dal
    significato del termine “acculturazione”, ci si addentra nei meandri del binomio
    acculturazione/ trasformazione e acculturazione/inculturazione e infine si affronta il tema
    dell’etnocentrismo, del relativismo culturale e del conflitto culturale riportando il pensiero di
    vari autori, in particolare approfondendo la teoria di Durkheim sul cambiamento sociale.
    Nel secondo capitolo – Le migrazioni - l’attenzione è rivolta al processo migratorio e
    alle sue cause, tra cui l’implosione demografica europea e l’esplosione demografica dei paesi
    poveri.
    Nel terzo capitolo – Influenza dei gruppi sul processo di acculturazione - vengono
    descritti i vari tipi di gruppo sociale, si analizzano i processi elementari nei gruppi e le
    relazioni nei rapporti ingroup e outgroup, secondo Tonnies Summer. Nei modelli di relazioni
    etniche si affrontano le cause delle disuguaglianze che producono discriminazione, stereotipi
    e pregiudizi, fino a sfociare nel razzismo, per cui è parso opportuno individuare strategie di
    convivenza.
    Il quarto capitolo – Il processo di acculturazione nella storia delle Nazioni – analizza
    la prima acculturazione americana consumata, in seguito all’impresa di Cristoforo Colombo,
    dagli spagnoli in America Latina, e poi allarga lo sguardo al melting pot (crogiuolo) degli
    Stati Uniti (compreso quello legato agli aspetti gastronomici), Germania, Francia, Inghilterra.
    Nel capitolo quinto – Il processo di acculturazione italiano - si affronta il processo
    circoscritto alla situazione nazionale: la migrazione interna italiana, dalle regioni del sud
    verso quelle del nord, legata al miracolo economico degli anni ’60, con il racconto del
    percorso di una famiglia italiana, migrante dalla Puglia al Piemonte e poi viceversa: la
    dolorosa ambientazione dovuta al raddoppiato, lacerante sradicamento da entrambe le città di
    residenza (Corato-Torino-Corato), dove i membri avevano costruito e dovuto lasciare legami
    affettivi ed amicali molto forti.
    Il sesto capitolo – Difficoltà interculturali fra stranieri e italiani - riporta il punto di
    vista degli stranieri sui modi di fare degli italiani. Atteggiamenti che spesso creano
    incomprensione e, quando si incontrano culture molto diverse tra loro, danno origine a
    situazioni comiche surreali, complicando la vita dei protagonisti. Infine si analizzano i
    movimenti sociali ed il mutamento sociale dovuto sia al processo di modernizzazione, sia alle
    leggi sull’immigrazione ancora in via di definizione, spesso contraddittorie e difficilmente
    applicabili.
    Il settimo e l’ottavo capitolo sono focalizzati sul processo di acculturazione circoscritto
    alla città di Corato.
    Nel settimo capitolo – L’acculturazione dei coratini nel mondo - si comincia
    raccontando la prima emigrazione verso gli USA e l’Argentina (inizi ‘900) e si prosegue con
    quella attuata dai pionieri della colonizzazione in Cirenaica durante il regime fascista (1920).
    Nel secondo dopoguerra il raggio dell’emigrazione e del relativo processo di
    acculturazione si amplia, coinvolgendo Venezuela, Brasile e Francia. Negli anni ‘60, durante
    il boom economico, la scelta cade sulle metropoli del Nord Italia. Il fenomeno ha luogo fino
    agli anni ’70, poi si assiste al rientro di molti emigranti che danno una spinta propulsiva
    all’economia locale.
    Certamente costoro sono risultati importanti per la città di Corato tanto quanto i
    cittadini residenti. Grazie a loro spesso è stato possibile il superamento di atavici ritardi nello
    sviluppo e l’entrata nella “modernità”.
    Non solo rimesse economiche dunque, ma anche una disponibilità a vedere le cose in
    modo meno rigido e tradizionale. Molti degli imprenditori e dei professionisti che si sono
    affermati a Corato vengono proprio da un’esperienza di emigrazione e di lavoro all’estero.
    Dopo meno di un trentennio di latenza, il fenomeno riprende a ridosso del 2000. Questa
    volta non sono “le braccia” a partire, bensì “i cervelli”. A tale proposito si riportano due
    esperienze di migrazione/acculturazione in quel di Milano nonchè il risultato di una indagine
    demografica che attesta una netta diminuzione della popolazione attiva coratina compresa tra
    i 20 ed i 40 anni di età. Presumibilmente proprio coloro che, non avendo trovato occupazione
    adeguata alle loro aspettative e titoli di studio e non rientrando nelle liste dei “raccomandati”
    di qualche politico, sono andati a vivere altrove.
    Il capitolo ottavo – L’acculturazione degli stranieri a Corato - è dedicato ad una
    analisi demografica comparativa della città di Corato nel decennio che va dal 2001 al 2011.
    Essa evidenzia il cambiamento sociale dovuto all’aumento del numero degli immigrati
    stranieri. Si riportano due interviste riferite ad altrettanti rappresentanti delle comunità estere
    più rappresentate a Corato, quella rumena e quella araba. Si sottolineano i tentativi di
    integrazione promossi attraverso la gastronomia, la musica e le danze popolari da parte di
    cittadini privati ed associazioni laiche e religiose, l’accoglienza fornita dal Centro di Ascolto
    e dallo Sportello Lavoro attivi presso la Caritas ed il servizio mensa e docce gratuiti gestito
    dal Centro Aperto Diamoci una Mano. Si rileva, infine, l’atteggiamento poco attento da parte
    dell’amministrazione comunale che, salvo qualche contributo meramente assistenziale, non
    riesce ancora a predisporre azioni tangibili volte all’integrazione sociale e culturale delle
    molte centinaia di stranieri residenti.
    ===========

    Lire la suite

  • Dr Louis Tedone, fils d'émigré de Bari

    Le premier pédiatre du comté de San Luis Obispo (USA), le Dr Louis Tedone, est décédé à 97 ans en janvier 2021.

    Le Dr Edison French a engagé Tedone en 1953 pour rejoindre son équipe à ce qui s'appelait alors la French Medical Clinic à San Luis Obispo. Avant l'arrivée de Tedone, les médecins généralistes considéraient la pédiatrie comme faisant partie de leurs compétences.

    Au cours de sa carrière, on pense que Tedone a vu quelque 35 000 jeunes dans le cadre de sa pratique. Le nombre de visites à domicile qu'il effectuait pour ses patients n'est pas connu, mais la prévalence de ces visites à domicile faisait partie de son attention médicale spécialisée qui lui a valu de nombreux prix et distinctions au cours de sa vie.

    "Au nom du conseil d'administration, du personnel et des médecins de l'hôpital français, nous sommes profondément attristés par le décès du Dr Tedone", a écrit Alan Iftiniuk, président et directeur général du centre médical de l'hôpital français de San Luis Obispo, dans un communiqué. "À l'hôpital français, son héritage perdurera en tant que soignant compatissant et dévoué au service de notre communauté avec un dévouement extraordinaire pour les enfants et leurs familles ..... Nous nous souviendrons toujours du Dr Tedone pour sa chaleur, sa vivacité et son engagement envers ses patients et notre communauté."

    Le fils de Tedone, Bob Tedone, a déclaré que son père restera dans les mémoires pour son esprit de bonté.

    "Il faisait toujours les choses par pure bonté de cœur", a déclaré Bob Tedone à la Tribune.

    Louis Tedone est né à Brooklyn en 1923, le deuxième des trois fils de Matteo et Grace Tedone, immigrants de Bari, en Italie. Ses parents possédaient une petite épicerie et une charcuterie, derrière laquelle la famille vivait dans trois pièces.

    Lorsque Matteo est décédé d'une crise cardiaque à l'âge de 50 ans, Tedone et ses frères Nat et Frank se levaient à 6 heures du matin pour commencer la chaude et pénible corvée de fabrication de mozzarella fraîche. C'est une compétence qu'il réutilisera après avoir terminé sa carrière médicale de 45 ans - une vocation qui lui vaudra d'être connu sous le nom de "Mozzarella Man".

    Pendant plus de 25 ans, Tedone a fourni de la mozzarella à l'épicerie fine de sa fille et de son gendre, DePalo & Sons, à Shell Beach.

    Bob Tedone a déclaré que son père fabriquait encore de la mozzarella jusqu'à il y a quelques semaines.

    Originaire de Brooklyn, Bob Tedone n'a jamais complètement perdu son accent typique de cet arrondissement de New York. Il a obtenu son diplôme de la Boys High School en 1941 en tant que président de classe. Il a ensuite fréquenté l'université Fordham à New York pendant les deux années suivantes et a obtenu son diplôme du New York Medical College en 1947 grâce à un programme accéléré offert par le ministère de la Marine.

    Il a effectué son internat en médecine et sa résidence en pédiatrie à l'hôpital Sainte-Catherine de Brooklyn de 1947 à 1950, puis une autre résidence à l'hôpital Lutheran de Brooklyn avant de s'engager dans l'armée américaine. Il a servi comme pédiatre de Camp Roberts pendant la guerre de Corée de 1951 à 1953, après quoi il a été engagé par French.

    Tedone s'est donné deux surnoms au cours de sa longue vie : "Luigi", en hommage à ses racines italiennes, et "Lucky Louie". Ce dernier, a-t-il expliqué, était "parce que j'ai eu de la chance en amour et de la chance dans la vie".

    "Il n'y aura jamais un autre Lucky Lou", a écrit son fils Matt Tedone sur Facebook dimanche.

    Ceux qui connaissaient Tedone l'ont décrit comme vif et drôle.

    "C'est vraiment un type bien sous tous rapports", a déclaré Sky Bergman, professeur à Cal Poly, à The Tribune en 2017. Bergman a présenté Tedone dans son documentaire "Lives Well Lived : Celebrating the Secrets, Wit & Wisdom of Age".

    "C'est mon héros. Il est incroyable", a ajouté Bergman.

    La fille aînée de Tedone, Gracie Tedone Manderscheid, a déclaré que son père a toujours fait passer la famille en premier.

    "Sa devise est "Fais ce qui est juste"", a-t-elle déclaré à The Tribune en 2017. "C'est la personne la plus désintéressée que je connaisse et je pense qu'il a transmis cela à ses enfants".

    L'amour de la vie de Louis Tedone était sa femme Grace Tedone, née DePalo, la mère de leurs neuf enfants, maître joueur de bridge et auteur de livres de cuisine et chef cuisinier. Elle est décédée en 1994. Ses parents ont également émigré de Bari, en Italie.

    En 1963, Tedone a commencé à enseigner l'éducation sexuelle de la sixième à la neuvième année à ce qui était alors la Mission Nativity School - la même année qu'un appel d'un procès contre le San Luis Coastal Unified School District concernant l'enseignement de ce sujet.

    "Quelqu'un doit contrebalancer les aspects négatifs du sexe", a-t-il déclaré à un journaliste du Telegram-Tribune en 1971. "Si cela peut se faire à la maison, c'est l'endroit idéal [...]. Je pense que la moralité doit être incluse pendant que les enfants sont en phase de formation. L'accent devrait être mis sur les concepts judéo-chrétiens connus de la moralité en matière de sexe."

    Il a enseigné ces cours pendant 13 ans.

    À l'époque, il donnait également des conférences sur les drogues aux élèves de troisième de Mission. Qualifiant la consommation de drogues de "stupide et dangereuse", il a néanmoins déclaré : "Je préférerais que personne n'essaie jamais (la marijuana)", mais il ne pensait pas que "quiconque devrait paniquer" devant des enfants qui l'expérimentent.

    Son association avec Mission l'a amené à siéger aux conseils d'administration du lycée et de l'école primaire.

    Parmi ses autres engagements civiques, il a été membre fondateur de la Mental Health Clinic, dont il a été membre du conseil consultatif pendant 10 ans, dont sept en tant que président. Il a également été membre fondateur de la Youth Football League, et membre de son conseil d'administration.

    De son arrivée à San Luis Obispo jusqu'en 1976, il a été le consultant médical bénévole de la Chris Jesperson School Cerebral Palsy Clinic.

    En 1988, il a été honoré par la Central Coast Language-Speech-Hearing Association qui lui a décerné son premier Distinguished Service Award. Huit ans plus tard, il a été honoré par la Congrégation Beth David de San Luis Obispo comme l'un des récipiendaires de la Couronne du bon nom.

    L'amour de Tedone pour le sport - il était un golfeur, un coureur et un joueur de tennis passionné qui attribuait sa longévité à un programme d'exercice régulier - a été reconnu en 2002, lorsqu'il a été sélectionné pour porter la flamme olympique. Tedone, alors âgé de 84 ans, était l'un des 21 porteurs de flamme locaux qui ont porté la flamme olympique avant les Jeux olympiques de cet hiver-là à San Lake City, dans l'Utah.

    La San Luis Obispo Community Health Foundation lui a décerné son Lifetime Achievement Award en 2002. Quatre ans plus tard, la fondation du centre médical de l'hôpital français l'a honoré pour ses contributions extraordinaires à l'amélioration de la santé de la communauté en lui remettant le Louis M. Tedone, MD, Humanitarian Award, un honneur qui est désormais décerné chaque année.

    Interrogé en 2017 sur les secrets d'une vie longue, saine et heureuse, Tedone a répondu : "La plus grande chose est de trouver un travail que vous aimez et de faire de votre mieux."

    Tedone laisse derrière lui neuf enfants et leurs conjoints, 22 petits-enfants et 14 arrière-petits-enfants.

    La famille de Tedone n'avait pas prévu de service religieux à la mi-journée dimanche. Toutefois, la famille a demandé qu'au lieu de fleurs, des dons soient faits au nom de Tedone à la Grace and Lou Tedone Scholarship de la Mission Preparatory Catholic School, ou au Newman Catholic Center de Cal Poly.

    Article original : https://www.msn.com/en-us/news/us/slo-countys-first-pediatrician-dr-louis-tedone-dies-at-97-his-legacy-will-endure/ar-BB1cCYNA

    Traduit avec www.DeepL.com/Translator (version gratuite)

  • La vie de Louis G. Piancone, de Corato aux USA

    HOMME D'AFFAIRES RESPECTÉ, AGRICULTEUR TRADITIONNEL, ÉQUESTRIEN RENOMMÉ

    Louis G. Piancone, âgé de 90 ans, est décédé le jour de l'Action de grâce, jeudi 28 novembre 2019, à son domicile de Gladstone, dans le New Jersey.

    Il est né à CORATO, Bari, en Italie, le 1er janvier 1929, a immigré aux États-Unis en 1951 et est devenu citoyen américain en 1957. En 1955, il a atteint son objectif personnel de posséder et de réussir dans sa propre entreprise en ouvrant une épicerie fine à Bradley Beach, NJ. Son désir de réussite l'a amené à changer d'orientation après avoir constaté un besoin de distribution en gros de produits alimentaires italiens de qualité. Ainsi, en 1964, avec la devise "Qualité et service", il enregistre le nom commercial qui lancera une carrière réussie dans le marketing de la distribution alimentaire... Roma Food Enterprises, Inc.

    Il était le fondateur, le président et le directeur général de Roma. En 2005, Roma a fusionné avec Vistar Corporation et en 2008, Roma a fait partie de Performance Foodservice qui a lancé les produits Roma à l'échelle nationale et est ainsi devenu un géant de premier plan dans le secteur italien de la restauration.

    En 1988, Piancone a été le premier à commercialiser et à produire des produits alimentaires italiens en Russie en partenariat avec le ministère des sciences et de la technologie de l'URSS et l'université de Moscou. Il a fondé Astro Pizza, une entreprise chargée d'introduire l'art de la fabrication de pizzas en Russie avec son unité de pizza mobile autonome de 54 pieds - un témoignage qu'il était un véritable visionnaire de la popularité actuelle des food trucks. Il avait toujours une longueur d'avance sur les autres.

    Il a toujours été un fervent défenseur des bonnes causes, un véritable philanthrope. En 1987, Roma a financé et aidé un projet de cuisson d'une pizza de 30 mètres de diamètre qui a obtenu en 1989 le record mondial Guinness Book de la "plus grande pizza du monde". Les recettes ont été versées à United Way, à la Croix-Rouge américaine et à la National Italian American Foundation.

    Il a soutenu l'Independent College Fund of New Jersey et a aidé à développer le programme Junior Achievement. En 1990, il a reçu le prix de l'Alliance du Kennedy Center pour son leadership d'entreprise distingué par les arts dans l'éducation. En 1991, Louis Piancone a reçu le prestigieux Distinguished Citizen's Award décerné par les Boy Scouts of America et le Golden Lion Award 1992 présenté par l'Ordre des Fils d'Italie en Amérique. En 1992, Louis Piancone a créé une bourse d'études de la National Italian American Foundation pour les étudiants étudiant toutes les facettes de l'agriculture.

    En 1989, il a reçu le prix de l'homme de l'année de The Boy's Towns of Italy et, en 1995, le prix humanitaire de The Boys Towns of Italy. En 1997, le Center for Migration Studies de New York lui a décerné le Humanitarian Award et en mai 2000, il a reçu le Special Achievement Award de la National Italian American Foundation.

    En 2002, il a reçu le prix de l'homme de l'année du Comitato Montesi D'America et en 2004, il a reçu le prix William "Jazz" Jones Brightest Star Award décerné par les Boys and Girls Clubs de Newark. Il a été président de l'association équestre de Gladstone de 1995 à 2000 et a siégé au conseil d'administration de l'équipe équestre des États-Unis, de l'université Joan Cabot à Rome, en Italie, et de la fondation Hitchcock à Aiken, en Caroline du Sud. Il a été président du prestigieux Coaching Club et en a été le président émérite jusqu'à sa mort.

    Il a également été membre honoraire du Coaching Club du Royaume-Uni et a joué un rôle déterminant dans le rapprochement des Coaching Clubs américain, britannique et européen en faisant la promotion de la conduite à quatre mains en tant que communauté internationale d'entraîneurs. Il a siégé à de nombreux conseils d'administration, notamment celui de la Somerset Medical Center Foun- dation, de la Far Hills Race Meeting Association et a été membre du Conseil international d'architecture de la Preservation Society of New- port County.

    En juillet 2016, il a été reconnu internationalement comme l'homme de l'année par le club d'attelage européen de Bruges, en Belgique. En 2018, il a reçu le Laurel Award de la Preservation Society of Newport County... "En reconnaissance de votre rôle de champion gracieux et généreux de l'entraînement à Newport et de vos conseils experts et enthousiastes pour servir la majesté et la sophistication du sport de l'entraînement".

    Louis G. Piancone a été précédé dans la mort par trois frères, Joe, Steve et John. Il laisse dans le deuil son épouse et meilleure amie, Teri. Ils vivaient dans leur ferme préservée Oak Hollow Farm à Gladstone, New Jersey, avec leurs nombreux chiens, chevaux et bétail. Louis Piancone était célèbre pour avoir gardé sa ferme méticuleusement. Il laisse dans le deuil ses enfants Mariette (Joseph) Picca, Louis M. (Madeline), Stephen (Deanne) et ses beaux-fils Adam et Sean. Il a cinq petits-enfants, Noel(Ed) Kaplonski, Joey, Marissa, Stephen et Anna et deux arrière-petits-enfants, Edward et Peter. Il laisse également un frère, Michael.

    Traduit avec www.DeepL.com/Translator (version gratuite)